Nel mercato globale degli occhiali, che vale 200 miliardi di dollari e cresce dell'8-9% annuo, una startup finlandese sta lavorando in silenzio per rivoluzionare un settore rimasto sostanzialmente immutato da decenni. Mentre i giganti tecnologici investono miliardi in visori per realtà virtuale e occhiali intelligenti dotati di telecamere e assistenti AI, IXI ha scelto una strada completamente diversa: risolvere effettivamente i problemi di vista delle persone. La sfida che l'azienda ha deciso di affrontare non riguarda il futuro delle interfacce digitali, ma il presente di milioni di persone che lottano quotidianamente con lenti progressive e bifocali inadeguate.
La visione di Niko Eiden, cofondatore e CEO di IXI, è tanto semplice quanto rivoluzionaria. Dopo aver trascorso 14 anni in Nokia sviluppando tecnologie di imaging e realtà aumentata che hanno contribuito alla nascita del visore HoloLens di Microsoft, e dopo aver co-fondato Varjo, leader europeo nella realtà mista, Eiden ha identificato un paradosso fondamentale del settore tecnologico.
"Nessuno dei giganti della tecnologia sta davvero correggendo i problemi di vista", spiega. "Vedono gli occhiali intelligenti come una nuova piattaforma indossabile per assistenti AI o per catturare contenuti per i social media, ma non stanno risolvendo il vero problema della visione".
L'approccio di IXI si basa su una tecnologia che potrebbe sembrare fantascienza ma che in realtà utilizza principi fisici consolidati. I loro occhiali autofocus incorporano un sensore a basso consumo che monitora costantemente i movimenti oculari, emettendo impulsi luminosi e misurando i riflessi che rimbalzano dall'occhio per determinare se si sta guardando da vicino, da lontano o a distanza intermedia. Queste informazioni vengono poi trasmesse attraverso segnali elettrici alle lenti, composte da un sottile strato di cristalli liquidi inserito tra due strati di plastica.
Il funzionamento delle lenti rappresenta un piccolo miracolo di ingegneria moderna. Quando viene applicato un campo elettrico al vetro, i cristalli liquidi cambiano leggermente la loro struttura, modificando di conseguenza il modo in cui piegano la luce. Questo permette alla lente di mettere automaticamente a fuoco qualunque cosa si stia guardando, con un ritardo di appena 0,2 secondi.
"Stiamo cercando di ottenere lo stesso cambiamento rivoluzionario che è avvenuto con le fotocamere: dal fuoco fisso al fuoco manuale al fuoco automatico", spiega Eiden.
La tecnologia di IXI mira a sostituire le lenti bifocali e progressive, che offrono correzione visiva per multiple distanze ma presentano zone utilizzabili limitate, con distorsioni ai bordi e una sezione ristretta per la lettura. Questi limiti rendono attività apparentemente semplici come scendere le scale particolarmente complicate per chi le indossa. Grazie alle capacità di autofocus, IXI promette di offrire un campo visivo completo su tutta la lente, mantenendo l'elettronica a basso consumo in una montatura dalle dimensioni di un normale paio di occhiali.
Fondata nel 2021, l'azienda è emersa dalla modalità stealth ad aprile con 36 milioni di dollari di finanziamento per commercializzare quelli che definisce i primi occhiali autofocus al mondo. Tuttavia, il percorso verso il mercato presenta ancora sfide significative. IXI deve superare problemi tecnici legati alla trasparenza, alla foschia e alla possibilità di indossare gli occhiali per un'intera giornata, garantendo al contempo che il prodotto eguagli o superi la chiarezza ottica degli occhiali tradizionali in plastica.
Un mercato in crescita alimentato dal digitale
L'urgenza di trovare soluzioni innovative è alimentata da una tendenza preoccupante: la vista umana sta peggiorando rapidamente. Gli scienziati hanno collegato questo fenomeno all'eccessivo tempo trascorso davanti agli schermi, combinato con condizioni di illuminazione inadeguate e stili di vita sedentari al chiuso. Questa realtà ha creato un mercato in espansione costante, che non mostra segni di rallentamento.
IXI non è completamente sola in questo spazio innovativo. La startup francese Laclarée e la giapponese Elcyo stanno lavorando su occhiali autofocus simili, anche se nessuna ha ancora rilasciato un prodotto commerciale. La competizione si preannuncia intensa, ma Eiden rimane ottimista sul potenziale della tecnologia di colmare il divario tra gli occhiali intelligenti sviluppati dai giganti tecnologici e l'industria tradizionale dell'occhialeria, che secondo lui investe più in brand e design che in ottica.
"Che siamo noi o un'altra azienda", conclude Eiden con sicurezza, "qualcuno riuscirà a risolvere questo problema".
Con i fondi freschi a disposizione, IXI sta pianificando di intensificare la ricerca e sviluppo, espandere il team di 50 persone e trasferirsi in una nuova sede con laboratori specializzati e camere bianche. L'azienda prevede di tenere le prime dimostrazioni dal vivo dei suoi occhiali entro la fine dell'anno, segnando un passo importante verso la commercializzazione di una tecnologia che potrebbe ridefinire il modo in cui milioni di persone vedono il mondo.